Buddismo Chan

Le 4 nobili verita'

Il buddismo si basa sulle cosiddette "Quattro Nobili Verità":

PRIMA NOBILE VERITA' ogni esistenza è piena di sofferenza;
SECONDA NOBILE VERITA' c'è una causa che origina la sofferenza;
TERZA NOBILE VERITA' c'è una fine alla sofferenza;
QUARTA NOBILE VERITA' c'è una via che conduce fuori dalla sofferenza, tramite l'Ottuplice Sentiero.

 

PRIMA NOBILE VERITA'

Qual’è la Nobile Verità della Sofferenza? La nascita è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la morte è sofferenza. Separarsi da ciò che si ama è sofferenza, non ottenere ciò che si desidera è sofferenza: tutte le cinque categorie dell’attaccamento sono sofferenza.
C’è la Nobile Verità della Sofferenza: questa fu la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima. Questa Nobile Verità deve essere penetrata attraverso la piena comprensione della sofferenza: questa fu la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima. Questa Nobile Verità è stata penetrata con la piena comprensione della sofferenza: così fu la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima.
[Samyutta Nikaya LVI, 11]

SECONDA NOBILE VERITA'

Qual’è la Nobile Verità dell’Origine della Sofferenza? E’ la brama che dà luogo ad una nuova rinascita e, legata alla voluttà e al desiderio, trova nuovi piaceri ora qui ora là, ossia: brama del piacere dei sensi, brama di esistenza, brama di non-esistenza. Da dove questa brama sorge e prende vigore? Ovunque vi siano delle cose che sembrano dilettevoli e gratificanti, da lì questa brama sorge e prende vigore. C'è la Nobile Verità dell’Origine della Sofferenza. Questa fu la visione, l’intuizione, la sapienza, la conoscenza, la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima. Questa Nobile Verità deve essere compresa a fondo abbandonando l’origine stessa della sofferenza... Questa Nobile Verità è stata compresa a fondo abbandonando l’origine stessa della sofferenza: questa fu la visione, l’intuizione, la sapienza, la conoscenza, la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima.
[Samyutta Nikaya LVI, 11]

TERZA NOBILE VERITA'

Qual'è la Nobile Verità della Cessazione della Sofferenza? E’ la completa scomparsa ed estinzione della brama, la rinuncia ad essa e il suo abbandono, la liberazione e il distacco da essa. Ma dove questa brama può essere abbandonata, dove può essere estinta? Ovunque nel mondo vi siano cose apparentemente dilettevoli e piacevoli, là questa brama può essere abbandonata, là può essere estinta. C'è la Nobile Verità della Cessazione della Sofferenza: questa fu la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima. Questa Nobile Verità deve essere penetrata realizzando la Cessazione della Sofferenza.... Questa Nobile Verità è stata penetrata realizzando la Cessazione della Sofferenza: questa fu la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima.
[Samyutta Nikaya LVI, 11]

QUARTA NOBILE VERITA'

Qual' è la Nobile Verità del Sentiero che conduce alla Cessazione del Dolore? E’ il Nobile Ottuplice Sentiero e cioè: Retta Comprensione, Retta Aspirazione, Retta Parola, Retta Azione, Retti Mezzi di Sostentamento, Retto Sforzo, Retta Presenza Mentale, Retta Concentrazione. C’è la Nobile Verità del Sentiero che conduce alla cessazione del Dolore: questa fu la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima... Tale Nobile Verità deve essere penetrata coltivando il Sentiero... Tale Nobile Verità è stata penetrata coltivando il Sentiero: fu questa la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima.
[Samyutta Nikaya LVI, 11]

DOTTRINA DEL BUDDISMO

01) Non distruggere la vita, sotto qualsiasi forma si presenti
02) Non rubare
03) Disdegna la lussuria
04) Non mentire
05) Non fare uso di bevande inebrianti
06) Non mangiare fuori delle ore permesse
07) Non lasciarti sedurre da divertimenti o mondanità
08) Non usare ne' profumi, ne' ornamenti
09) Dormi su un letto non sollevato da terra
10) Non ricevere doni in denaro

MEDITAZIONE CHAN

La Meditazione Chan è la meditazione del Guerriero, il percorso che porta all’ottenimento dello stato di “Non-Mente”, quello stato di “assenza di pensiero cosciente” che è il vero, grande valore aggiunto del vero Guerriero rispetto al “semplice” pur bravo combattente.
"Non-Mente" è lo stato di coscienza anteriore alla divisione dualistica creata dal pensiero, è l’inconscio che si nasconde dietro le quinte dell’attività cosciente pur conservando un proprio superiore grado di coscienza. Il “sistema Chan” si basa su tecniche di respirazione, visualizzazione e di ricarico energetico di crescente e graduale difficoltà che aiuteranno il praticante nella ricerca del controllo e della centralità delle proprie azioni.

La pratica della Meditazione Chan che, come detto, è nata per il Guerriero, può essere ed è un enorme alleato dell’uomo comune per l’ottenimento della centralità delle proprie azioni, per lo sviluppo dell’autocontrollo e della lucidità di intenti necessaria ad affrontare con successo ogni impegno della quotidianità.

I Monaci Guerrieri del Monastero di Shaolin godevano della fama di essere assolutamente invincibili e come la loro invincibilità era meritata ma soprattutto basata su una superiorità non solo fisica ma anche spirituale, energetica e mentale, e ciò proprio grazie alla pratica del buddismo Chan (la scuola buddista creata dal pensiero di Bodhidharma o Ta Mo e che diventerà parte integrante, con il nome Zen, del Bushido, la "Via del Guerriero" dei Samurai giapponesi!).

Ogni grande Guerriero della storia orientale, dunque, insegna come la forza fisica e la capacità tecnica abbiano un valore relativo se non sono unite e miscelate alla forza psichica. La forza, la tecnica, la corretta esecuzione di una forma marziale sono solamente la parte visibile di un iceberg che possono attrarre l'attenzione e l'immaginazione dell'osservatore, ma che nel vero Guerriero sono solamente la proiezione della vera forza, la vera forza che così come nell'iceberg è invisibile, dirompente ma nascosta dentro le acque gelide, allo stesso modo è presente e potentissima, pur se nascosta, perché affonda dentro le acque tranquille dell'oceano interiore del vero Guerriero.
L'obiettivo della meditazione Chan è l'ottenimento dello stato di "Non-Mente".
Quanto appena descritto può sembrare un nonsenso e sicuramente lo è se non è raggiunto ed alimentato continuamente nell'esperienza spirituale meditativa.
La meditazione Chan favorisce lo sviluppo delle potenzialità tecniche fisiche ed energetiche del praticante essenzialmente attraverso degli esercizi di respirazione concentrati e centrati nel Tan Tien; al di là dei benefici più prettamente "fisici" e psicologici (benefici già descritti nei paragrafi antecedenti), centrare la respirazione e l'attenzione nel Tan Tien ha per obiettivo l'armonizzazione della respirazione fisica del praticante con il "Respiro del Cosmo": più il praticante riesce in questo, più riesce ad integrarsi nell'ambiente naturale e più, conseguentemente, riesce a calmare il proprio dialogo interiore sviluppando ed affinando così le proprie capacità intuitive e percettive; un cammino di siffatto genere, porta il combattente ad essere più pronto nella reazione di fronte ad un pericolo e più fluido in ogni sua azione.

Da un punto di vista più prettamente sociale e sociologico, è evidente come l'immaginario collettivo tenda a vedere la pratica della Meditazione Chan (o del più "conosciuto" Zen) come prettamente ascetica e lontana dalle esigenze della quotidianità e conseguentemente inutile nel sociale; in realtà, oltre a calmare il proprio dialogo interiore affinando le proprie capacità intuitive e percettive, i praticanti esperti di Chan utilizzano il distacco dal proprio Io come pratica essenziale per il controllo dei propri istinti e dei propri naturali impulsi, e questo è un fattore di enorme importanza per la corretta integrazione ed addirittura per la sopravvivenza individuale in una società per lo più dominata da un'esagerata competitività, da pulsioni incontrollate e da continue sopraffazioni. Il praticante esperto diventa il Guerriero moderno, un vero e proprio "Guerriero urbano".